Anziano in casa: cruciali la routine e il coinvolgimento per prendersene cura in modo efficace, lo afferma anche il Ministero della Salute

Decidere di curare un anziano in casa è una scelta densa di responsabilità. Trovare gli strumenti più adatti può comportare anche l’aiuto di personale e strutture specifiche

Con il progredire dell’età aumentano anche i problemi fisici e non raramente accade che un anziano si trovi in difficoltà anche nelle più semplici attività quotidiane.

Per questo motivo, spesso, figli e nipoti decidono di assumersi la responsabilità di curare l’anziano in casa per tutte le attività quotidiane e personali.

Si tratta di un lavoro complesso, che senza dubbio, richiede pazienza e sacrifici.

In questo senso sono fondamentali non solo la cura della salute dell’anziano, ma anche il supporto e il coinvolgimento nelle attività quotidiane che riguardano la famiglia.

L’attività di cura e supporto di un anziano, proprio per la sua complessità, può comportare la richiesta di aiuto a personale specializzato o a strutture esterne, le quali possono contribuire alla cura e alla serenità dell’anziano stesso.

Anziani in casa: perché la cura passa anche attraverso le relazioni

Prendersi cura dell’anziano non riguarda esclusivamente l’aspetto fisico e farmacologico, ma anche quello ludico e ricreativo.

In questo caso, è necessario dividere le attività in due tipologie: quelle che riguardano l’esercizio mentale, e quelle invece che riguardano l’aspetto personale e relazionale.

Nelle prime rientrano tutte quelle attività di “ginnastica mentale” che permettono all’anziano di esercitare la propria mente, ma anche di sentirsi coinvolto con gli altri membri della famiglia. Ad esempio partecipare attivamente a giochi da tavolo o approcciarsi alla tecnologia grazie all’aiuto dei nipoti sono attività che permettono di svolgere un esercizio mentale unito a divertimento e coinvolgimento.

Nelle seconde rientrano invece tutte quelle attività di socializzazione che l’anziano deve mantenere. La socializzazione può essere vista da un lato come partecipazione dinamica alle attività casalinghe, e dall’altro come coinvolgimento nella sfera relazionale che si trova al di fuori delle mura domestiche.

È importante, infatti, aiutare l’anziano a mantenere la rete di relazioni con persone a lui/lei care per non far perdere il contatto con la realtà. Lo afferma anche il Ministero della Salute nel vademecum per la promozione e il mantenimento del benessere dell’anziano, dimostrando l’importanza di prendere parte a iniziative, anche di paese, che possono aiutare l’anziano a vivere con maggiore serenità e dinamicità l’anzianità.

Un accorgimento estremamente importante è quello di creare una routine precisa e specifica delle attività da svolgere durante la giornata, in modo da avere tutta la giornata occupata. In questo modo l’anziano si sentirà coinvolto e si abituerà a svolgere determinate attività prestabilite durante la giornata.

Di estrema rilevanza è la creazione di uno spazio specifico ad uso esclusivo dell’anziano, dove esso non solo può sentirsi indipendente, ma può anche avere uno spazio personale da dedicare ai propri interessi e alle proprie passioni.

Anziani in casa: chiedere aiuto è fondamentale

La decisione di prendersi cura di un anziano a casa può essere accompagnata anche da un’assistenza specifica, da personale specializzato e competente che può aiutare nella gestione, soprattutto fisica, dell’anziano.

Ad esempio, potrebbe essere necessaria l’assistenza domiciliare da parte dei servizi sociali e della ASL, oppure una badante, che può aiutare i familiari dell’anziano soprattutto quando non presenti in casa.

È importante ricordare, infatti, che un anziano non autosufficiente ha bisogno di strumenti specifici che gli permettano di agevolare movimenti e attività. Ad esempio, per la deambulazione sono necessarie stampelle, deambulatore o carrozzina; ma anche per il bagno e il letto alcuni pratici strumenti possono essere d’aiuto, come il sedile per la doccia o l’alzacuscino reggischiena.

La scelta di tenere l’anziano in casa non è semplice. Naturalmente, non è l’unica scelta possibile. Affidarsi a strutture esterne, come le case di riposo o RSA, può essere una soluzione.

La casa di riposo e le RSA sono due strutture profondamente diverse. Come afferma la Fondazione Alberto Sordi – Associazione nazionale di riferimento per la cura degli anziani – le prime incentivano le relazioni sociali, mentre le seconde sono strutture para-ospedaliere. Ma non solo, esistono strutture come le “hospice”, le quali si profilano come strutture socio-sanitarie dedicate alle cure palliative per tutti quegli anziani che accusano patologie terminali.

È fondamentale, pertanto, fare una scelta basata anche sui bisogni reali dell’anziano, al fine di evitare il trauma.

Anche in questo caso però è necessario il lavoro di cura e, soprattutto, la presenza costante. L’anziano non può essere abbandonato a sé stesso e ha bisogno di sentire la vicinanza dei propri cari. Per questo motivo, di estrema importanza sono le visite e il coinvolgimento dell’anziano in tutte le attività che la struttura di riferimento propone.

La cura di un anziano, quindi, passa attraverso accorgimenti e comportamenti di diverso tipo. È fondamentale conoscerli e attuarli tenendo presente le necessità di ogni anziano, il quale avrà interessi e bisogni diversi a seconda delle proprie condizioni psicofisiche.